> Costruire il Servizio Civile come un «bene pubblico»

Nei contesti impegnati nell’educazione dei giovani, in cui sembrano prevalere approcci più centrati sull’approfondimento di contenuti, sulla proposta di situazioni esemplari o sul contatto con testimoni privilegiati, il Servizio Civile rappresenta un percorso educativo che può consentire ai giovani di apprendere dall’esperienza che conducono e perciò un percorso in grado di arricchire e completare altri tipi di percorsi educativi.
Ma oggi il Servizio Civile rischia di essere praticato come un «bene ristretto» per la ricerca della qualità dell’esperienza a scapito della sua diffusione tra i giovani e tra gli enti del territorio, per l’enfasi sulla dimensione professionale e la presenza di assetti istituzionali che rischiano di rafforzare la competizione tra gli enti e di trascurare la riflessione congiunta sui bisogni della comunità locale.
Di fronte a ciò si tratta di sviluppare una collaborazione tra Stato, Regioni ed enti orientata a porre le condizioni affinché nei territori si possa costruire un Servizio Civile con le caratteristiche del «bene pubblico», in particolare dando vita a livello locale (provinciale, distrettuale) a luoghi in cui i vari enti -pur contraendo ognuno di essi accordi diretti con lo Stato e la Regione per gestire il Servizio Civile- si raccordano tra loro per individuare i settori prioritari di impiego, orientare i giovani nella fase di scelta del progetto, condividere i criteri secondo cui organizzare e monitorare i percorsi di servizio e costruire un sistema locale di riconoscimenti e sbocchi dell’esperienza. In questa prospettiva abbiamo sviluppato interventi con enti e contesti differenti: organizzazioni di terzo settore a carattere nazionale, Regioni e forme locali di coordinamento tra enti diversi, distretti di Comuni.

Un esempio di sistema cooperativo di Servizio Civile è quello che si sta costruendo in Emilia-Romagna a seguito della Legge regionale 20/2003. Tale legge individua nei Coordinamenti provinciali le forme locali di raccordo tra enti. Essi sono associazioni composte da enti pubblici e enti privati che impiegano o sono interessati a promuovere il Servizio Civile: non possono sostituirsi agli enti nella titolarità e nella gestione dei progetti di Servizio Civile, ma ne promuovono e sostengono l’impegno.

In tali Coordinamenti gli enti sono chiamati a definire assieme una sorta di Piano provinciale del Servizio civile che preveda accordi su ambiti prioritari d’impiego in rapporto ai bisogni del territorio, modalità di orientamento dei giovani alla scelta del Servizio Civile, formazione rivolta agli enti e ai giovani, monitoraggio, forme di riconoscimento e reinvestimento dell’esperienza, ecc. Per sostenere la realizzazione delle azioni che tali accordi prevedono, i Coordinamenti provinciali si avvalgono in modo stabile di operatori e dispongono di finanziamenti derivanti dalle quote associative, dalla Regione e da altri soggetti del territorio.

Le programmazioni provinciali concorrono a determinare il Piano regionale del Servizio civile in un sistema in cui i Coordinamenti costituiscono quel livello intermedio tra Regione e comunità locali che consente alla Regione stessa di stare vicino ai territori, operando principalmente con i referenti di queste forme locali di raccordo invece che relazionarsi con ogni singolo ente.

In questo contesto l’intervento di consulenza e formazione realizzato dallo Studio Diathesis si è sviluppato lungo tre direttrici tra loro connesse e cronologicamente in sequenza tra loro.
La prima è consistita nell’aiutare l’Ufficio Servizio Civile della Regione a sostenere, assieme alle Province, i processi di costituzione dei Coordinamenti in ogni realtà provinciale. Non si è trattato di percorsi privi di difficoltà, poiché entravano in dialogo molti soggetti che avevano natura e ruoli differenti nei territori, diverse esperienze e concezioni del Servizio Civile, enti che occupavano posizioni diverse nel sistema di accreditamento e che avevano disuguali mezzi e possibilità di investimento. Partendo da posizioni così differenziate, l’accompagnamento consulenziale ha aiutato i diversi attori a costruire rappresentazioni condivise dei nuovi scenari, del Servizio Civile che in essi poteva prendere forma, del senso e dei benefici di ciò che gli stessi attori si apprestavano a fare insieme.
La seconda contemplava invece un percorso di formazione di durata annuale rivolto agli operatori dei Coordinamenti provinciali e, in parallelo, un percorso di consolidamento dell’organizzazione dei Coordinamenti, in cui l’Ufficio Servizio Civile della Regione ha lavorato con i componenti dei Direttivi dei Coordinamenti.

La terza infine era rivolta allo sviluppo e al consolidamento delle competenze interne dell’Ufficio Servizio Civile della Regione, che in quel periodo ha visto l’ingresso di nuovi operatori. Questo lavoro di accompagnamento degli operatori dell’Ufficio è ruotato attorno a due percorsi principali: la costruzione di un sistema regionale di valutazione dei progetti di servizio civile (che fosse concordato con i Coordinamenti e con gli enti e in grado di orientare la fase di progettazione) e, in collegamento a questo, l’avvio di un percorso di lavoro tra gli operatori dell’Ufficio regionale e gli operatori dei Coordinamenti provinciali, articolato su tre ambiti tematici: formazione generale, progettazione e monitoraggio, promozione e sensibilizzazione.

In tale percorso abbiamo sostenuto i nuovi operatori dell’Ufficio regionale nello sperimentare un lavoro con il territorio non di tipo ispettivo e prescrittivo, ma di tipo formativo, orientato a sostenere gli operatori dei Coordinamenti nel leggere i propri contesti di lavoro e nell’aprire nuove e più utili prospettive di lavoro con gli enti. Tale lavoro ha quindi permesso anche agli operatori dei Coordinamenti di sperimentare un metodo di lavoro che a loro volta essi potevano utilizzare per accompagnare gli enti del proprio territorio. In questa terza fase, infine, Diathesis assieme all’Ufficio regionale ha messo a punto e realizzato anche un corso di formazione rivolto ai formatori dei volontari in Servizio Civile del territorio regionale.

Questo percorso consulenziale è descritto nell’articolo Concezioni di fondo e modelli del nuovo Servizio Civile  presente nella sezione Pubblicazioni di queste pagine web.